The Sword of Truth Italia - La Spada della Verità

Fic CrossOver LotS/Robin Hood, per Angie :P

« Older   Newer »
  Share  
MistressAmnell
view post Posted on 30/1/2011, 19:35




Allora premetto che ho scritto questo primo pezzo in un attimo di follia, ispirato da quella mente contorta della nostra Angie, e siccome non sapevo dove postarla, la metto qui, ma siete liberissimi di non leggerla affatto e tanto meno commentarla XD.

L'ho scritta per Angie e la sua mente contorta che nei suoi stupendi videuzzi ha partorito il triangolo Richard, Kalhlan e Lady Marian di Robin Hood.
Per chiunque stia leggendo, enjoy!




-Marian! Oh Marian, quanto tempo!-

Erano passati dieci anni.
Dieci anni da quando, quindicenne, avevo lasciato la mite cittadina di Locksley per trasferirmi con mia sorella ad Aydindril per completare l’addestramento e diventare una depositaria a tutti gli effetti.

-Oh Kahlan che gioia rivederti!! Che gli spiriti siano lodati!-

Il mio nome è Kahlan Amnell e colei che correva verso di me in un misto di eccitazione e nostalgia in quel preciso istante era Lady Marian di Nottingham.

Marian ed io eravamo state inseparabili sin da bambine.
Ella era di nobile famiglia, e mia madre, essendo al tempo la depositaria della contea, era spesso invitata nella loro grande casa.

Presto divenimmo grandi amiche, finchè non venne il momento di seguire il mio destino; lo stesso di mia madre e di sua madre prima di lei, un destino scritto nel mio sangue.
Si perchè Depositarie si nasce, non si diventa. Né tanto meno si ha possibilità di scelta.
Il potere con cui nasciamo, è segno del nostro destino, un destino che ci obbliga a diventare la pura espressione della Legge in tutte le Terre Centrali, al di sopra di nobili e sovrani, al di sopra della vita stessa e soprattutto dell’amore.

La storia che vi sto per raccontare è una storia di cui non vado molto fiera, ne tanto meno è un racconto che si addice ad una depositaria, ma ve la racconterò lo stesso.

Dopo dieci lunghi anni ero finalmente una Depositaria a tutti gli effetti.
Non sapevo ancora a quale contea sarei stata affidata, ma prima di incominciare ad utilizzare a tutti gli effetti il mio titolo, chiesi il permesso di passare la mia ultima estate da giovane e inesperta depositaria nel mio paese di origine, in modo tale da passare del tempo con la mia amica di infanzia.

-Oh Kahlan! Non immagini neanche quante cose ho da raccontarti!!- mi disse Marian accogliendomi nel salone della sua casa.

- Come se non me ne avessi già parlato in lungo e in largo nelle nostre lettere! Allora quando potrò conoscerlo?-

Una strana luce illuminò gli occhi di Marian. Un tenue bagliore che mi colpì profondamente.
Una dozzina di lettere non sarebbe stata sufficiente per farmi comprendere l’entità del sentimento che Marian provava, come quello sguardo fugace colmo di significato.

-Presto, spero. Al momento siamo entrambi molto occupati e non possiamo vederci spesso, ma ti assicuro che anche lui è ansioso di conoscerti! Mi ha confessato di non avere mai incontrato una depositaria in carne ed ossa. Sai, da poco la nostra contea è rimasta senza una depositaria, e prima della sua infelice dipartita, ella non è venuta molto a Locksley o a Nottingham.-

- Oh si, ho saputo della sua morte- risposi – e segretamente spero, che dopo quest’estate mi permettano di rimanere qui come Depositaria Ufficiale-

Marian mi abbracciò felicissima, poi continuò a parlarmi di ciò che mi ero persa in questi dieci anni, delle feste popolari, delle nuove unioni e ovviamente del suo innamoramento con un giovane di umili condizioni, una guida dei boschi aveva detto, e della riluttante decisione di suo padre di accettare un umile guardaboschi come suo genero ed erede della sua fortuna.
Le nozze si sarebbero svolte l’ultimo giorno d’estate, ed io ero curiosa di conoscere il fortunato che aveva messo a soqquadro la vita ed il cuore della mia amica.

Una curiosità, badiamo bene, fine a se stessa, perché mai avrei potuto sperimentare io stessa questi sentimenti.
Alle depositarie infatti, non era concesso innamorarsi, poiché l’amore il più delle volte non avrebbe portato a future generazioni di depositarie sane e valorose.
Ad una certa età, la depositaria veniva data in moglie ad un uomo scelto appositamente dalla madre depositaria e dal Consiglio di Aydindril, per assicurare una sicura dinastia.

Ciò che sapevo dell’amore l’avevo imparato solo dalle novelle che segretamente leggevo prima di addormentarmi nella mia sontuosa camera al Palazzo delle Depositarie.
Adesso ero impaziente di potere percepirlo per davvero, seppure non in prima persona.

- Scommetto che il lungo viaggio ti ha stancato. Vieni ti mostro la tua camera così potrai riposarti e prepararti per la cena.-

La seguii al piano di sopra e mi mostrò la camera come aveva detto.

- Marian posso chiederti un ultimo favore?-
- Certo! Dimmi pure?-
- Non è che potresti prestarmi un tuo abito? Io ho solo abiti da depositaria, e non vorrei che durante la mia permanenza la gente si senta intimidita da me…-
-Ma certo, aspettami qui!-

Tornò nella stanza tenendo fra le mani un grazioso abito blu, che fortunatamente non era sontuoso, seppur di ottima fattura. Aveva una generosa scollatura, accompagnata da una graziosa cintura in pelle colorata con le fibbie d’argento in vita, e due spacchi laterali che arrivavano all’altezza delle cosce.

- Serio ma audace, proprio come te.- mi disse sorridendo e mi lasciò da sola per riposare.

La cena, quella sera, fu un piacevole tuffo nel passato, ma il giorno seguente Marian e suo padre mi lasciarono sola, scusandosi, poiché avevano degli impegni inderogabili al castello di Nottingham.
Così decisi di andare in esplorazione della zona che tanto mi era familiare.

Decisi che avrei cominciato con il bosco che separava Nottingham da Locksley, così da ammirare le bellezze del paesaggio ed infine sarei andata al mercato di Locksley per salutare tutte le mie vecchie conoscenze.

Rimasi per un paio d’ore rischiando di perdermi fra la bellezza di quegli alberi maestosi, finchè tutto d’un tratto non mi ritrovai dinanzi l’acqua cristallina del lago di Locksley.
Sarebbe impossibile descrivere a parole la bellezza di quelle acque alla luce di quella bellissima mattina d’estate, e tanto fui sopraffatta dal panorama, che non resistetti dal fare una nuotata.

Curandomi che nessuno fosse nei dintorni, mi spogliai velocemente e mi tuffai nelle acque che riflettevano l’azzurro sgargiante del cielo.

Appena decisi che era ora di uscire dall’acqua, mi accostai alla riva, ed in piedi, con l’acqua che ancora mi arrivava al ventre, strizzai i miei capelli con le mani, tentando di renderli il più asciutto possibile.
Ma mentre ero intenta ad eseguire tale operazione, mi parve di sentire un rumore, come un fruscio fra le foglie. Mi voltai appena, e non sentendo nulla, mi convinsi che doveva essere stato un uccello.
Ma quel rumore tornò ancora, stavolta più forte e più vicino.
Mi voltai stavolta completamente, e vidi un uomo, un giovane che mi osservava.
D’istinto mi coprii il seno con le mani e lanciai un urlo che disturbò alcuni volatili appollaiati nelle vicinanze. In un attimo fui fuori dall’acqua alla ricerca del mio abito e dello zaino.

-Ehilà! State bene? Siete vestita?- la voce di quell’uomo era sempre più vicina, finchè non mi trovò, stavolta vestita, nascosta dietro un albero.

-Si.- borbottai infastidita.

L’uomo mi raggiunse completamente e potei finalmente vedere com’era fatto. Ciò che prima di tutto mi colpì e che fece accelerare il mio battito cardiaco, era che il giovane non indossava la maglia.
Ebbene si, se ne stava lì con il petto completamente nudo e tutto sudato, con solamente un ciondolo d’osso ad ornarlo.
Peraltro quello era un petto che di certo non passava inosservato, scolpito perfettamente in ogni suo particolare, sembrava il lavoro di uno dei più eccelsi scultori.

-Mi dovete scusare, sono desolato non inten…-

-Ehm… scusami, non è che potresti vestirti anche tu?- dissi imbarazzata alludendo al torace in bella vista.

Egli fece un mezzo sorriso e mi rispose – D’accordo- poi scomparse di nuovo fra gli alberi, e tornò indossando un gilet di pelle sul glorioso petto, non che si fosse coperto molto, ma decisi di non lamentarmi oltre.

-Eccomi…- disse sedendosi al mio fianco – Mi dispiace per prima, non volevo guardarvi, spero possiate perdonarmi.-

- Di grazia, mi sembra un po’ difficile che una persona si trovi “ occasionalmente” nel bel mezzo della foresta a guardare una donna che fa il bagno..- dissi lanciandogli un’occhiataccia – E comunque, puoi darmi del tu, questa formalità mi mette in imbarazzo…-

Il giovane ridacchiò mostrando i denti bianchi e poi rispose – Capisco la tua perplessità, ma davvero non intendevo spiarti. Stavo spaccando della legna qui vicino, quando ho sentito dei rumori e sono venuto a controllare…. Inoltre, pensavo che le belle fanciulle come te facessero il bagno in una vasca, magari adornato da petali di rose.-

Capii immediatamente che mi stava stuzzicando, ma decisi di non rispondere alla sua provocazione.
- Non stavo facendo un bagno, mi trovavo da queste parti per una passeggiata e non ho saputo resistere dal farmi una nuotata…-

-Beh, non posso darti tutti i torti, l’acqua è splendida oggi… Penso che anch’io avrei avuto la tua stessa idea, più tardi.-

- Basta, che non ti venga l’idea di tuffarti ora con me presente…-
- Tranquilla, non lo farò!- rise – Comunque, posso chiederti come mai non ti ho mai vista da queste parti? Vivo qua da parecchio e mi ricordo ogni viso, ma il tuo proprio mi sfugge, e dire che non sei certo un viso che passa inosservato…-

-Non vivo da queste parti, sono in visita da una mia vecchia amica.-
-Ah ecco perché non ti avevo mai vista!-

Mentre continuavamo a chiacchierare notai che si grattava continuamente la mano.
-Cosa hai fatto lì?-

Egli si chinò a vedere cosa gli indicavo e mi disse – Qualche tempo fa mi ha morso una vipera, la ferita è completamente pulita adesso, ma mi da un prurito insopportabile…-

-Mia madre diceva sempre che quando una ferita da pruirito, vuol dire che sta guarendo.-

Il giovane sorrise – Anche mia madre lo diceva sempre! Senti allora, tu sei sposata o vivi ancora con tua madre e tuo padre?-

-Allora… no, non sono sposata, e mio padre non l’ho conosciuto mentre mia madre è morta due anni fa, ho una sorella più piccola, e ancora non so dove vivrò per certo. – di sicuro non volevo raccontargli della mia natura, stavo trovando davvero piacevole poter discutere con quel giovane così piacevole come una normale ragazza della mia età.

-Mi dispiace. Anche io sono senza genitori, mia madre è morta in un incendio quando avevo cinque anni e mio padre l’ha raggiunta quando ne avevo sedici, fu allora che sono venuto a stare qui a Locksley da mio nonno.-

Mentre finiva il racconto si voltò a guardarmi, aveva due profondi occhi castani e un sorriso gentile, non riuscii a non pensare che quel filo di barbetta che si vedeva appena lo rendeva molto affascinante, aggiungendo al suo fascino da giovane un minimo di compostezza.

-Guarda un po’, ti sei macchiata di fango sul viso… aspetta un po’…-
Senza che potessi prevederlo, poggiò la sua mano calda sul mio viso, e con il dito strofinò sulla mia guancia.
-Ecco, ora sei pulita.-
Sorrise soddisfatto, ma non so per quale motivo , la sua mano non abbandonò il mio viso e rimase a fissarmi dritto negli occhi.
C’era qualcosa di singolare in quello sguardo, nessuno prima d’ora mi aveva guardata così.
Ma ciò che non potevo prevedere, era quello che fece un attimo dopo, quando in un attimo le sue labbra furono sulle mie.

Assaporai per un attimo la sensazione di quel contatto, finchè la ragione non mi riportò con i piedi per terra.
-C-cosa fai?- balbettai mentre mi separavo da lui.

-Scusami scusami! Non so cosa mi sia preso, lo giuro! Credimi so di aver sbagliato!- disse nervosamente, e balzò in piedi.

Anch’io lo imitai, e mi voltai per prendere il mio zaino.
- Sei perdonato, dimenticherò completamente l’accaduto!-
-Grazie, mi dispiace ancora… Comunque vedo che il sole è ormai alto in cielo, non è che ti andrebbe di venire a pranzo da mio nonno? Prendila come un’offerta di scuse per averti rovinato la mattinata…-
-Oh ti ringrazio, ma devo rifiutare.-
- Ne sei sicura? Ti avverto che cucino un’ottima zuppa di spezie!.
-Oh sono certa che sarà buona come dici, ma la mia amica mi aspetta per pranzo e non vorrei essere scortese data la sua ospitalità.-
-In questo caso mi faccio da parte, è stato un piacere.- disse con un piccolo inchino e presto scomparve di nuovo nel bosco.

Solo quando fu ormai lontano mi accorsi che non conoscevo neanche il suo nome.
Recuperato lo zaino mi incamminai nuovamente verso Nottingham chiedendomi se l’avessi rivisto, ma mai e poi mai avrei potuto immaginare quando e soprattutto dove le nostre strade si sarebbero incrociate di nuovo.


Continua..... U.ù



 
Top
0 replies since 30/1/2011, 19:35   52 views
  Share