The Sword of Truth Italia - La Spada della Verità

Draconis Artifact - Dal Cap. I al Cap. V -

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view post Posted on 21/1/2010, 14:47




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Questa è la storia fantasy che sto scrivendo, nulla di che ma mi diverto. Ho scritto 5 capitoli. Poi posterò gli altri ^^

CAPITOLO I

Era sera nella tranquilla cittadina di Emerald e Ray stava facendo la sua consueta passeggiata per le strade della città.
Ray era un ragazzo alto, dall’eccezionale forma fisica, capelli lungi castani e dei grandi occhi verdi.
Sin da piccolo aveva studiato le antiche arti magiche ed ora, all’età di 18 anni, era diventato un’abilissimo mago.
D’un tratto, vicino ad una siepe, intravide un strano bagliore. Colto da un improvvisa curiosità decise di andare a vedere cos’era. Arrivato in prossimità della siepe vide uno strano ciondolo che brillava, lo prese in mano e lo guardò. Sul ciondolo era scolpita l’immagine di un drago dorato e Ray parve ammaliato da quell’immagine ma tornò subito in sé.
Decise di portare il ciondolo a casa sua e di parlarne con il suo migliore amico, Daril.
Dopo aver portato a casa sua il ciondolo si diresse di corsa a casa di Daril. Bussò più volte alla porta ma nessuno rispose. Giunse alla conclusione che si stesse allenando nella foresta, cosi riprese di nuovo a correre. Nei pressi della foresta Ray vide Daril immerso totalmente nel suo allenamento. Daril era poco più basso di Ray ma molto più robusto, dotato di un forza sovrumana e di una tecnica sopraffina, era un eccezionale guerriero.
<<ehi , Daril vieni qui, devo parlarti!!!>> urlò Ray per far si che Daril lo notasse.
<<si sto arrivando, finisco il mio allenamento e arrivo>> gli rispose l’amico.
Cosi i due ragazzi andarono a prendere qualcosa da mettere sotto i denti alla locanda della cittadina.
<<allora, cos’è che volevi dirmi?>> chiese dubbioso Daril<<non sarà mica un’altra delle tue tecniche magiche?>>
<<no, affatto. Oggi passeggiando ho trovato uno strano ciondolo e volevo mostrartelo dato che non avevo idea di cosa si trattasse e pensavo che tu potessi darmi una mano.>>
<<io avrei un idea migliore!!!>> disse Daril.
<<sarebbe?>> chiese impaziente Ray.
<<portiamolo da Artis, lui saprà sicuramente dirci di cosa si tratta.>>
Ray , stupito dall’amico disse:<<ma certo, perché non ci ho pensato prima? Andiamo.>>
Artis era il mago più potente di Emerald e sapeva quasi tutto sulla storia della magia, quindi era probabile che sapesse anche cosa era quel ciondolo.
I due ragazzi si diressero in fretta alla casa del mago, ansiosi di sapere cos’era quello strano oggetto.
Ray e Daril entrarono nello studio del mago, la stanza era rettangolare e piena di libri sulla magia nonché di strani oggetti.
<<salve ragazzi, qual buon vento vi porta da queste parti?>> disse dolcemente Artis.
<<ciao, siamo venuti perché volevamo mostrarti un strano oggetto e pensavamo che tu potessi sapere cosa fosse!>> .
<<bene, mostratemelo>>.
Ray estrasse il ciondolo dalla tasca e lo pose sulla mano di Artis.
Il mago guardò per qualche istante l’oggetto e poi , con voce lieve, disse:<<voi avete trovato uno dei 4 antichissimi artefatti draconici e sinceramente non so come abbiate fatto!!!>>.
<<bè l’ho trovato vicino ad una siepe>>, rispose tranquillo Ray <<ma puoi dirci di più su questi artefatti?>>.
<<non credo sia ancora il momento di svelarvi ciò che celano questi antichi oggetti, devo analizzarli e poi forse vi racconterò qualcosa di più.>>
Ad un tratto nella mente del mago baluginò un pensiero:
<<ray , l’artefatto ha brillato quando lo hai trovato?>> chiese il mago.
<<bè ora che ci penso si, perché?>>.
<<no, volevo solo sapere comunque torna domani.>>
<<va bene, ci vediamo domani allora.>>
I due ragazzi se ne andarono, ma Artis era sicuro che Ray volesse assolutamente sapere la storia di quegli artefatti, dato che ormai lo conosceva molto bene, ma ciò che li attendeva non era tra le aspettative più rosee e il mago era molto preoccupato per questo.
Ray era un po’ arrabbiato con Artis per non avergli raccontato quella storia e questo lo incuriosiva ancor di più di quanto non lo era.
Decise di andare a dormire e saluto l’amico con un cenno della mano. Arrivato in prossimità della casa ebbe come l’impressione che qualcosa o qualcuno lo stesse spiando.
Guardò in tutte le direzioni ma non c’era nulla. Stava per aprire la porta quando notò un movimento fulmineo alla sua sinistra, si girò di scatto ma anche questa volta nulla. Stava cominciando ad innervosirsi ma in quel momento qualcosa lo afferrò per un braccio e lo scaraventò contro un albero. Senti un dolore lancinante al braccio, ma non aveva tempo per pensarci perché doveva difendersi dal suo aggressore. Ora tutto era silenzioso e non riusciva ad individuare la sua figura, quando invece se la ritrovò davanti.
Era un uomo molto alto dall’aspetto tetro, sulla parte sinistra del viso aveva un tatuaggio nero a forma di drago. Questo cominciò a parlare:
<<dove è il Draconis?>>
<<cosa? Io non ho niente, vattene!!>>
<<invece ce l’hai e me lo darai se non vuoi morire.>>
Ray sapeva di cosa parlava ma qualcosa gli fece pensare che era meglio non dare l’artefatto a quel tizio e c’era un solo modo per impedirglielo: combattere!!
<<non è cosi facile farmi fuori>>.
<<ma non farmi ridere t….>>
L’uomo non ebbe il tempo di finire la frase che qualcosa lo colpi in pieno viso facendolo barcollare.
Era Daril che lo aveva colpito con un calcio, un calcio davvero violento.
<<ray stai bene? Chi è questo?>>
<<non lo so ma voleva qualcosa.>>
L’uomo si rialzò con un il sangue che gli colava dalla tempia, era davvero arrabbiato ma invece di reagire cominciò a parlare:
<<per il momento ti sei salvato ragazzino, ma la prossima volta non sarai cosi fortunato.>>
Come era apparso spari e i due ragazzi rimasero perplessi, guardandosi in faccia.
<<cosa voleva?>> chiese Daril spezzando l’infinito silenzio che li attanagliava.
<<penso stesse parlando dell’artefatto che ho trovato oggi, l’ha chiamato Dragonis!!!>>
<<io penso invece che dovremmo parlare con Artis, lui saprà spiegarci.>>
<<si, ma ci andremo domani ora dobbiamo dormire>>
I due ragazzi si salutarono di nuovo e andarono a dormire, ma la testa di Ray era affollata da pensieri cui non riusciva a dare una spiegazione. Perché quell’uomo voleva l’artefatto? Chi era? E soprattutto perché Artis non gli aveva svelato la storia su quegli oggetti?
Alla fine Ray era talmente stanco che non penso più a niente, chiuse gli occhi e si addormentò.




Ed ora commentate!!! ^^
 
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view post Posted on 10/2/2010, 13:55




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CAPITOLO II


La mattina dopo Ray si alzò prestissimo , proprio mentre il sole stava sorgendo e i primi raggi di luce gli illuminavano il viso. Si vesti velocemente, fece colazione e poi usci subito di casa per andare da Artis. Appena fuori Ray senti la brezza mattutina accarezzargli il viso, gli uccelli stavano cantando, un canto che diede un attimo di sollievo al ragazzo. Ray stava ri pensando all’accaduto della sera prima e ancora non riusciva a darsi delle risposte. Sapeva solo che quell’artefatto doveva essere importante se qualcuno era disposto ad uccidere per averlo. Ora avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di sapere quale mistero celava. Arrivò alla porta della casa del mago e bussò. La porta si apri e dietro c’era Artis, sempre intento nelle sue letture. All’inizio nessuno dei due disse nulla poi però Ray prese l’iniziativa:
<<ciao Artis, ho bisogno di parlare con te.>>
Il mago si girò verso il ragazzo e gli tese una mano sopra la spalla. In quell’interminabile attimo Ray senti uno strano senso di sicurezza e in quel momento vide che Artis stava sorridendo. Questa volta però la voce del mago era più bassa della volta precedente e molto più seria:
<<penso di sapere cosa hai da dirmi, ma racconta ugualmente.>>
Cosi Ray raccontò tutto al mago, di come il misterioso uomo lo aveva aggredito e di ciò che gli aveva detto e dell’intervento di Daril. Alla fine Ray notò che Artis non era per nulla meravigliato anzi sembrava sapere già tutto e per la seconda volta Ray provò una strana sensazione, qualcosa che non aveva mai provato prima.
In quel momento il mago alzò gli occhi e guardò Ray intensamente, tanto intensamente che il ragazzo parve intimorito dal suo sguardo cosi Artis decise che era venuto il momento che il suo apprendista doveva apprendere ciò che lo aspettava e quindi decise di parlare:
<<ragazzo mio, tu sei destinato a diventare un grandissimo mago ma prima che ciò avvenga dovrai affrontare una delle avventure più temibili che tu possa immaginare. L’artefatto che tu hai trovato ha una storia millenaria dietro di se, si dice che sia l’artefatto stesso a scegliere il suo possessore ma non ne sono certo. In quell’artefatto è racchiusa l’anima di un drago, o meglio del più forte drago mai esistito che combattè al fianco dell’uomo nella battaglia per la salvezza della nostra terra. Questa è chiamata la Battaglia Primordiale, poiché fu la prima guerra che si scatenò contro uno dei negromanti più forti che l’uomo abbia mai visto, Eclis. Eclis inizialmente era un negromante eccezionale e buono. Purtroppo la sua avidità di sapere lo porto verso meandri oscuri della magia che gli annebbiarono la mente e dai quali, purtroppo , si fece conquistare. Cosi pensò che solo persone oscure e maligne dovevano sopravvivere mentre gli altri non erano degni della vita. Portò molti seguaci dalla sua parte e fondò l’Alleanza Oscura, nella quale chi entrava non ne sarebbe più uscito. Il suo esercito era potente e aveva al suo seguito qualsiasi genere di creatura. Tutto sembrava perso, ogni speranza di sopravvivenza spazzata via. Ma qualcosa venne a dar man forte agli uomini. Erano i Draghi. Il drago più anziano, Dramel, volle aiutarci perché era grande amico del mio maestro, Erist. Cosi cominciò la battaglia per la nostra sopravvivenza. Una battaglia che vide la morte di miglialia di creature in entrambi gli eserciti. Alla fine Eclis fu sconfitto, ma pagammo a caro prezzo questa vittoria dato che richiese il sacrificio di Dramel e Erist. Unendo le forze diedero vita a una delle magie più potenti finora conosciute, Eternal Oblius. Con questa magia rinchiusero Eclis nel pozzo dell’oblio nel quale è costretto a vagare per l’eternità e dal quale non può più fare ritorno. Ma la magia per essere attuata richiedeva il consumo totale della linfa vitale di entrambi, che cosi fecero. Nei giorni che seguirono Il Drago ed il Mago divennero gli eroi immortali di eterne leggende ed epiche imprese che nessuno scorderà mai.>>
Il ragazzo ascoltava ammaliato la storia che il mago raccontava e seguiva ogni singola sillaba, Artis era contento di ciò ma sapeva bene che quello che stava per dire avrebbe sconvolto il ragazzo ma se non lo avesse fatto lui nessuno avrebbe potuto farlo. Cosi, con grande rammarico, decise di parlare:
<<ora, molti di noi, intendo i maghi, sanno che L’Alleanza Oscura non è mai stata sciolta e che alcuni seguaci rimasero in vita dopo la guerra. Dramel e Erist sapevano che non tutti i seguaci erano presenti nella battaglia, cosi decisero di inculcare i loro poteri e la loro anima in quell’artefatto cosicché , in caso di una nuova guerra, i loro poteri e le loro anime sarebbero potuti servire a coloro che avrebbero dovuto combatterla. Se l’artefatto ha brillato quando lo hai trovato vuol dire che una nuova minaccia incombe sulle nostre vite. L’Artefatto ha scelto te come possessore ma prima che tu cominci la tua missione dobbiamo sapere quanto sia grande e grave questa minaccia. Se è ciò che penso siamo davvero in pericolo. Per il momento non posso dirti altro ma ti terrò informato. Domani vedrò di avere altre notizie. Bene ora devo sbrigare delle faccende. Ci vediamo domani Ray e mi raccomando, non metterti nei guai.>>
<<aspetta Artis. Ma chi era quell’uomo che mi ha aggredito?>>
<<oh già, lo avevo dimenticato. Penso fosse un OMBRA DELLE TENEBRE, creature con l’aspetto simile agli uomini ma con velocità e forza notevolmente superiori. Vedi, la cosa brutta, e che quelli sono gli esseri di rango combattivo e magico più basso, ci sono creature che sono molto peggiori di loro. Ma non ti preoccupare, farò in modo che non possano più entrare ad Emerald.>>
Cosi il mago si congedò con un gran sorriso che Ray ricambiò, e poi scomparve.
La storia che Ray aveva appreso lo aveva turbato ma allo stesso tempo era eccitatissimo all’idea di confrontarsi con maghi molto potenti e affrontare un avventura talmente fantastica. Il ragazzo cominciò a correre perché doveva raccontare a Daril tutto, da cima a fondo.
 
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view post Posted on 10/2/2010, 14:19




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CAPITOLO III


Era pomeriggio inoltrato quando Ray andò a cercare il suo amico. Non poteva smettere di pensare a ciò che il mago gli aveva detto. Lui ora era sicuramente in pericolo, ma di questo non gli importava granchè. Il suo potere magico era enorme, aveva appreso molto più di quello che un mago della sua età poteva conoscere. Ma non era mai soddisfatto e voleva conoscere sempre di più. Ray decise di apprendere le arti magiche molto tempo fa, quando i suoi genitori morirono. Lui era ancora un bambino quando una strana creatura piombò nel suo villaggio. Era un Mostro enorme, spaventoso, il suo sguardo era carico di odio e di follia. Distrusse il villaggio in pochi minuti, l’unico che vi si oppose fu il padre di Ray, Fenis Ervindal. Il padre di Ray era un mago davvero potente, in molti lo avevano affrontato, ma mai era stato battuto. Quella volta la battaglia fu di una violenza inaudita, Fenis feri garvemente il demone, ma quest’ultimo ,con un guizzo, lanciò un raggio di tenebre e fiamme verso Ray. Fenis colto di sorpresa si lanciò davanti al raggio per cercare di deviarlo ma in quel momento il demone si scagliò con tutta la sua rabbia su Fenis e lo trafisse con il con i suoi artigli. Fenis cadde a terra, sanguinante e malconcio, non era più lucido ma sapeva bene che doveva proteggere suo figlio, cosi con un ultimo sforzo creò una barriera attorno a Ray e con l’altro braccio lanciò una violentissima scarica di lame ghiacciate che trafissero il demone. Con un ultimo, acutissimo grido il demone cadde a terra senza vita, polverizzandosi. Ray corse subito da suo padre che stava morendo, in quel momento Fenis abbracciò suo figlio e gli trasferi parte del suo sapere e del suo potere ricordandogli di difendere sempre ciò che amava. Ray ripensava a quei momenti con rabbia, perché se lui avesse avuto il potere attuale suo padre non sarebbe morto.
Era tutto assorto nei suoi pensieri quando notò che Daril lo osservava dalla locanda.
<<ciao Ray.>> esordi Daril con fare scherzoso.
<<ho qualcosa da dirti.>>.
Cosi Ray raccontò di ciò che Artis gli aveva racconto e di ciò che doveva fare, Daril era davvero sorpreso e anche molto preoccupato per l’amico.
<<sappi che se tu dovessi partire io verrò con te.>>, disse Daril con stupefacente determinazione.
Ray non obbiettò ma al contrario abbracciò l’amico, grato per essergli sempre vicino.
I due ragazzi passarono i giorni seguenti spassandosela senza pensare a ciò che poteva aspettarli.
Il quinto giorno ricomparve dal nulla Artis e con lui c’era qualcun altro.
L’uomo che lo accompagnava era molto alto, di costituzione robusta. Il suo viso era segnato da lineamenti duri, come se fosse stato temprato da mille battaglie, aveva lunghi capelli biondi ed una folta barba. I suoi occhi erano di un blu profondo, il solo sguardo sembrava trafiggerti, era come se potesse percepire cosa provavi.
Artis si avvicinò a loro e con il suo solito sorriso li salutò.
<<salve Ragazzi. Penso vi starete chiedendo chi è lui, vero?>>
<<in effetti….>> rispose con tono dubbioso Daril, come se Artis li prendesse in giro.
<<bene, lui è Kundadel. Data la situazione pensavo fosse necessario l’aiuto di un esperto. Lui fa parte del Consiglio dei Draghi, è uno dei massimi esponenti e conosce il linguaggio dei Draghi. Vi aiuterà nella vostra ricerca. E’ anche un formidabile mago guerriero>>.
Kundadel diete un energica stretta di mano ai due ragazzi e insieme andarono alla locanda per mettere qualcosa sotto i denti.
 
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view post Posted on 10/8/2011, 20:54




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CAPITOLO IV


Dopo aver consumato il loro pasto Ray, Daril, Artis e Kundadel uscirono dalla locanda per farsi una passeggiata e prendere una boccata d’aria.
Per tutto il tempo Ray aveva osservato Kundadel senza farsi notare, per il momento lo riteneva un uomo misterioso ma aveva l’impressione che fosse molto potente ed esperto nel suo campo.
All’improvviso, quando nessuno se lo aspettava, Kundadel prese la parola:

<<Domani dovremo partire molto presto. E’ già stato perso molto tempo e non possiamo permetterci altre pause. Andremo a Darmas, la città dove è situato il Consiglio dei Draghi. Vorrei che la nostra partenza fosse segreta, nessuno oltre a noi lo deve sapere. Affronteremo un viaggio lungo ed insidioso, incontreremo pericoli ovunque. Dovete essere pronti ad affrontare qualsiasi cosa. Io ora ho delle faccende da sbrigare. Vi aspetto domani mattina ai margini della città.>>

Cosi Kundadel spari dalla loro vista in un istante, lasciandoli sbalorditi dove erano.
La sera i due ragazzi dormirono poco a causa dei pensieri che affollavano la loro mente, e quelle poche ore di sono erano tempestate da strani sogni che non davano tregua.
Il mattino arrivò presto, cosi Ray e Daril si preparano in fretta, consumarono un pasto veloce e si diressero ai margini della città dove li aspettava Kundadel.
Arrivati nel luogo dell’appuntamento trovarono il possente mago ad attenderli, gli rivolse un saluto e dopo poco partirono alla volta di Darmas.
Mentre camminavano, i due ragazzi rivolsero uno sguardo nostalgico alla loro città, chissà dopo quanto tempo l’avrebbero rivista.
Il viaggio inizialmente fu normale, passarono lungo strade sterrate senza la minima fatica, a volte c’era da fare qualche salita ma nulla di difficoltoso. Le starde erano costeggiate da possenti alberi messi li come a guardia di qualcosa di misterioso, il terreno circostante era ricoperto di colline erbose.
Dopo qualche ora di viaggio il paesaggio cambiò bruscamente. Si trovavano all’ingresso di un bosco tetro. Gli alberi erano rinsecchiti, il terreno era nero come la pece e la luce filtrava di tanto in tanto attraverso qualche fessura tra gli alberi, per il resto dominava la più assoluta oscurità.

<<Questa è L’Arcas, una foresta maledetta>>, disse Kundadel,<<al suo interno si celano molti pericoli. Avrei preferito evitarla ma attraversandola arriveremo prima. Andiamo ora.>>

Cosi entrarono nell’Arcas, facendo attenzione a qualsiasi movimento al suo interno.
Si poteva percepire il male che ne traspariva, l’oscurità impediva allo sguardo di vedere lontano e questo era davvero un problema. Kundadel sembrava muoversi con facilità, come se il suo sguardo riuscisse a penetrare e squarciare l’oscurità circostante.
Tutto sembrava andare per il meglio, quando Kundadel fece cenno di fermarsi. Ray e Daril all’inizio erano perplessi ma poi capirono il significato di quel gesto.
Intorno a loro si stavano muovendo delle ombre, oscure come la foresta che abitavano. Erano davvero tante, non c’era da aspettarsi nulla di buono da loro.
D’un tratto emersero dall’oscurità mostrandosi. Strane creature con occhi rossi come il sangue, figure snelle ma al tempo stesso muscolose, le mani terminavano con artigli affilatissimi, il volto contorto in un ghigno malefico.

<<Sono Catras. Creature diaboliche, fate molta attenzione sono velenosi.>> disse Kundadel vedendo la perplessità dei due ragazzi.

I Catras cominciarono a muoversi velocemente, accerchiando le loro vittime. I loro movimenti erano anormali, poiché si contorcevano in una maniera disgustosa. Attaccarono in modo fulmineo, con una velocità pazzesca. Ray si mise in posizione e con entrambe le mani fece apparire numerosissime fiamme tutt’intorno. Con un gesto della mano le fiamme si diressero verso le creature incenerendole. Daril usò le arti marziali, colpendo violentemente tutte le creature che gli andavano contro.
I Catras rimasero stupefatti dalle abilità dei due ragazzi tanto da indietreggiare.
In quel momento intervenne Kundadel, non voleva far sprecare energie preziose a Ray e Daril, cosi con un gesto della mano evocò un sfera fiammeggiante di un verde acceso. Mormorando parola arcane fece esplodere la sfera e tutte le creature furono disintegrate in un attimo.

I due ragazzi rimasero sbalorditi, Kundadel aveva eliminato senza sforzo tutti i Catras.
<<Una sfera purificatrice, utile in molti casi. Ora andiamo, abbiamo ancora tanta strada da percorre.>>

Cosi ripresero il loro viaggio, consci che questo era solo l’inizio di ciò che li attendeva.


CAPITOLO V

Era notte ormai, la pallida luce della luna illuminava gli stretti vicoli e le piccole case, tutto era silenzioso eccezion fatta per qualche locanda dove gli ubriaconi ancora facevano baccano.
Una figura nera passava agile per le strade di Sitrial, con movenze feline e con un eleganza sublime. Passò varie strade senza mai destare l’attenzione di chi popolava la città. Si fermò davanti ad una locanda, la porta grande e segnata dal tempo. Una grande insegna sulla sommità raffigurante un gatto che sembrava in procinto di saltar fuori.
Il misterioso individuo entrò nella locanda, silenzioso come sempre. Nessuno dei presenti ci fece caso, tanto erano ubriachi. Si avvicinò all’oste e disse:


Rapida è la mano, quando una bistecca fa la sua comparsa.

L’oste lo fissò per un momento ma era impossibile identificarlo per via del cappuccio che portava. Poi sorrise e gli fece cenno di seguirlo nel retro della locanda.

Ah, Feir quando cambierai quella dannata parola d’ordine? Anzi, sarebbe meglio dire frase d’ordine.l’individuo scoppiò in una risata, era da tempo che non faceva battute.
Sta zitto Tial, a me piace e nessuno immaginerebbe mai una simile frase come parola d’ordine.

I due passarono un piccolo corridoio, svoltarono a destra ed entrarono in una grossa stanza. Al centro c’era un grande tavolino ricoperto da una tovaglia ben ricamata, ai lati torreggiavano una credenza con varie cianfrusaglie, piatti, bicchieri e quant’altro e una libreria con qualche libro di chissà quale epoca.
Feir, il locandiere, preparò qualcosa da mangiare per il ragazzo e si sedette insieme a lui accompagnato da una buona bottiglia di vino.

Allora ragazzo, cosa ti porta da queste parti? Di certo non solo il cibo…Sorrise…

Tial attese qualche istante prima di rispondere poi prese un bel respiro e cominciò:

Mi hanno commissionato un nuovo lavoro Feir, questa volta è uno di quelli che potrebbero cambiarti la vita per sempre. C’è qualcosa di grosso sotto. Un’organizzazione conosciuta come Cristallo Nero ha mandato un suo emissario a cercarmi. Mi ha spiegato che devo cercare un giovane ragazzo, che devo catturarlo e portarlo da loro. Senza ucciderlo, hanno bisogno di lui da vivo. Dare un lavoro cosi, un lavoro in cui non c’è bisogno di un assassinio, ad un assassino mi sembra sospetto. E poi chissà perché hanno scelto me, si dice in giro che siano potenti.

Feir aveva ascoltato con attenzione ogni singola parola, aveva sentito strane storie su quell’organizzazione ma era sempre avvolta dal mistero. Era un po’ preoccupato per Tial ma, alla fine, sapeva che il ragazzo se la sarebbe cavata, era sveglio e forte.

Bè, Tial, pensaci un po’ prima di accettare… Quell’organizzazione non mi piace per niente.

Finirono quel che resta della cena, rimisero tutto in ordine e poi si separarono con un breve saluto.

Tial usci dalla locanda, assorto tra i suoi pensieri. Pensava a questa missione, al significato che quel ragazzo poteva avere per l’organizzazione, e ai pericoli cui sarebbe andato in contro se avesse accettato.
Le sue abilità lo avevano reso un assassino temibile e rispettato, la gilda di cui aveva fatto parte non c’era più, solo lui e pochi altri erano sopravvissuti. Pensava ai suoi compagni di un tempo e a cosa avrebbero fatto al suo posto. Se solo Vres fosse stato ancora con lui, tutto sarebbe stato più semplice…

Passi, con uno scatto fulmineo Tial si immerse nelle ombre in attesa della comparsa di qualcuno… Ed infatti, da un vicolo adiacente, emerse una figura incappucciata, snella e alta. Si fermò e rivolse lo sguardo verso Tial.


Esci fuori ragazzo, devo parlarti.la voce piena e calda della figura ruppe il silenzio che fin’ora aleggiava nell’aria. Tial fu sorpreso nel capire che era stato individuato cosi rapidamente, c’era qualcosa in quell’essere che gli trasmetteva fiducia ma un assassino deve essere molto cauto nel fidarsi di qualcuno.

La figura tolse il cappuccio e lo fece scivolare dietro le spalle. Aveva lunghi capelli che al chiaror della luna sembravano argentei e una folta barba a ricoprirgli il viso. Dall’aspetto era anziano ma per qualche strano motivo sembrava trasmettere un incredibile energia.

Il mio nome è Artis, e devo parlarti Tial. E’ di vitale importanza…
 
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